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Fin da quando è nata, La Casa di L’abilità ha voluto anzitutto colmare un vuoto: essere un luogo di protezione, di cura, di calore e non solo di assistenza socio-sanitaria. Prendersi cura di bambini con disabilità grave e gravissima, come i piccoli ospiti della nostra comunità residenziale, non può prescindere dal garantire loro terapie e assistenza sanitaria, ma non può certamente fermarsi qui: significa infatti rispondere ad esigenze più complesse e profonde, al bisogno di educazione, di sicurezza, di contatto umano e di inclusione.

Tutto questo significa, talvolta, gettare il cuore oltre l’ostacolo: lasciare la strada della routine per garantire a questi bambini esperienze che, nella loro vita, assumono un significato eccezionale. La vacanza che l’équipe della Casa ha organizzato, così come la scelta di rinnovare gli spazi della comunità, prendono le mosse proprio da questa convinzione: è necessario, per questi bambini più che per altri, spingersi oltre.

Non che la strada sia semplice da percorrere: come ci racconta Andrea Fossati, Coordinatore infermieristico di La Casa di L’abilità, intraprendere due grossi progetti contemporaneamente – una ristrutturazione e una vacanza al mare con bambini con una tale fragilità – ha fatto sorgere dubbi e pensieri: la responsabilità di otto bambini con disabilità, dai 2 anni della piccola Mia ai 13 di Luna, ciascuno con i propri bisogni. Come portarli al mare, come organizzare ciò di cui hanno bisogno e le loro giornate? Come coinvolgere gli operatori, come gestirne i turni affinché possano garantire assistenza al meglio?

Una matassa di pensieri – e di riunioni, di preventivi, di file Excel, di elenchi – che Andrea ha condiviso con chi, insieme a lui – dalla Direzione, alla logistica, ai volontari e ai colleghi – ha lavorato a un progetto che è tanto ambizioso quanto necessario per garantire non solo un’assistenza pratica ma il diritto di questi bambini a una vita piena, una vita di relazione, di novità, di esperienze.

E se la complessità ha causato talvolta sconforto e scoraggiamento, lo stimolo è arrivato proprio dalla più piccola delle ospiti, l’ultima arrivata: il ritrovato sorriso di Mia, 2 anni e occhi grandi e splendenti come biglie, convince Andrea e tutti noi che è questa la strada da seguire. Che Mia, Pietro, Luna, Enea e tutti gli altri hanno tutto il diritto di vedere e sentire il mare, di sporcarsi giocando con la sabbia, di vedere e sperimentare un posto nuovo. Hanno il diritto di ritrovare, al loro ritorno, una Casa – la loro – rinnovata, con fragranze e profumi di un futuro più sereno.

Andrea e tutti noi abbiamo accettato la sfida: tu puoi sostenerci donando sulla nostra pagina di Rete del Dono e regalando la vacanza al mare ai bambini di La Casa di L’abilità. Visita la pagina progetto e dona: