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A un anno dall’inizio della pandemia di Covid-19, abbiamo chiesto a Valeria, mamma di Samuele, un bambino con disabilità di cui ci prendiamo cura, di raccontarci le difficoltà incontrate per adattarsi alla nuova situazione a causa del lockdown e delle varie restrizioni. Attraverso le sue parole scopriremo le difficoltà iniziali che ha incontrato e le soluzioni trovate per creare una nuova routine quotidiana per Samuele.

Come il lockdown e le fasi successive di restrizioni e distanziamento hanno influito sulla vostra quotidianità? Quali le implicazioni per il bambino e per la famiglia tutta?

Inizialmente non è stato facile gestire la situazione. Samuele chiedeva come mai non potesse più andare a scuola e a L’abilità, incontrare i bimbi (come chiama lui i suoi compagni e amici) e le maestre. C’è voluto qualche giorno per fargli capire che non era consentito fare le cose che facevamo prima, quindi andare a scuola e all’Officina delle Abilità, o per la mamma andare in ufficio. Piano piano ha compreso che “un brutto virus rischiava di farci ammalare tutti” e ha accettato la nuova routine tra le mura domestiche. Le giornate sono state programmate, da tutta la famiglia, in funzione delle necessità di Samuele.

È un bambino che richiede il coinvolgimento costante degli altri, anche nei momenti di gioco. Il fratello maggiore, papà ed io ci siamo quindi alternati nel dedicargli il maggior tempo possibile, senza trascurare le attività quotidiane di ognuno di noi (lavoro, faccende domestiche, studio…). Ogni giorno cercavamo di tenerlo occupato con qualche attività che potesse essere ludica, ma al tempo stesso educativa. Abbiamo disegnato, incollato, letto, cucinato, fatto esperimenti, giocato e guardato con speranza fuori dalla finestra!

 

In questi mesi che ruolo ha rivestito L’abilità per la vostra famiglia e per il bambino? Come gli operatori si sono presi cura di voi?

L’abilità è venuta in nostro soccorso fin da subito. Prima inviandoci materiale con attività da proporre al bambino, poi con videochiamate con l’educatrice. Una boccata d’aria sia per noi che per Samuele. Dargli la possibilità di interfacciarsi nuovamente con una figura a lui cara e di riferimento, diversa da noi familiari, anche se solo per poche ore alla settimana è stato per lui un modo per staccare dalla monotonia che si era venuta a creare a casa.

L’educatrice di riferimento è sempre stata disponibile a supportarci, ed è stata per noi una ricca fonte di risorse per attività da proporre al bambino a casa.

L’arrivo poco prima di Pasqua del gioco “il mercante in fiera” all’interno del The Right Box è stata una gradita sorpresa. Un gioco stimolante e nuovo da fare insieme.

A maggio la ripresa delle attività al CDD, due volte alla settimana, è stato uno spiraglio di luce per cercare di tornare a un po’ di normalità.

 

Perché un donatore dovrebbe scegliere di sostenere le attività di L’abilità?

L’abilità pone al centro di tutto il benessere dei bambini e lotta per i loro diritti, purtroppo molto spesso messi in secondo piano dalla società.

Ogni giorno tutto il personale lavora con passione per rendere migliore la vita dei bambini con disabilità e delle loro famiglie.