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Dal numero #06 del nostro magazine, l’intervista a Lisa Noja, delegata per le politiche sull’accessibilità del Comune di Milano: una carrellata sugli interventi e le politiche attiviate in tema di inclusione dalla nostra città.

L’esperienza di EXPO 2015 è stata fondamentale per Milano circa il tema dell’accessibilità. In quell’occasione infatti ci siamo misurati con bisogni molto diversi, nel tentativo di garantire la massima accessibilità degli spazi e la possibilità per tutti di vivere l’esperienza e tutte le iniziative connesse. Una vera e propria sfida, che ci ha permesso di costruire un bagaglio di buone pratiche che abbiamo messo a sistema in tutto il lavoro successivo, affrontato in modo progressivo, tentando di volta in volta di imparare dall’esperienza, di migliorare e di porci nuove sfide.

Innanzitutto abbiamo lavorato per l’accessibilità degli uffici pubblici.

Pare banale ricordarlo, ma l’abbattimento delle barriere architettoniche costituisce il primo passo verso l’inclusione perché se viene negata anche la possibilità di entrare in un luogo, sia un ufficio o un qualsiasi spazio pubblico, è evidente che non si possa nemmeno parlare di inclusione sociale.

In questo senso è stata di fondamentale importanza l’approvazione definitiva del Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche. Grazie a tale strumento abbiamo infatti definito le principali linee guida per una progettazione attenta all’accessibilità.

Il Piano ora andrà implementato e continuamente monitorato per verificare che le criticità individuate vengano progressivamente risolte e si arrivi a una piena accessibilità degli uffici pubblici e dei nostri servizi. Per questo abbiamo istituito dei tavoli di coordinamento tra i diversi settori comunali: in questo modo abbiamo la possibilità di mettere a sistema le buone pratiche, per renderle fattore comune nelle progettualità attuali e future.

Il lavoro da fare è ancora molto, ci sono delle criticità che non possiamo negare ma lavoriamo in un’ottica incrementale, facendo tesoro di eventuali errori e provando a migliorare nei progetti successivi. E, altro aspetto importante, abbiamo attivato una serie di collaborazioni con le realtà sul territorio per poter affrontare il tema nei suoi diversi aspetti e sfaccettature, nel tentativo di rendere accessibili, e non solo alle persone con disabilità motorie, quanti più spazi possibili.

È nato così il progetto Parchi gioco per tutti, promosso dalla Fondazione di Comunità Milano che, in collaborazione con il Comune di Milano e numerose associazioni del territorio, ha individuato nel diritto al gioco per tutti una priorità d’interesse generale e intende creare un parco giochi accessibile in ognuno dei nove Municipi di Milano.

Con le medesime modalità, di collaborazione e partecipazione, stiamo lavorando anche sui palazzetti e le strutture sportive. Milano Sport sta effettuando interventi progressivi che prevedono ristrutturazioni e migliorie alle quali collabora un pool tecnico formato da esperti di Ledha, dell’Unione Ciechi e del Comitato Paralimpico Lombardo, che studiano la situazione, verificano il rispetto della norma e propongono soluzioni ottimali per garantire l’accessibilità a seconda dei diversi contesti. E le proposte non riguardano solo interventi strutturali ma anche attenzioni per garantire l’accessibilità rispetto a disabilità diverse. Nella struttura sportiva Cambini Fossati, ad esempio, abbiamo lavorato anche sulla scelta dei colori e sulle caratteristiche della segnaletica nel rispetto di coloro che hanno disabilità cognitive o problemi visivi o ancora ipersensibilità sensoriali, ad esempio nel caso di persone con disturbi dello spettro autistico.

Per garantire l’accessibilità degli alberghi lavoriamo con lo IED che ha affidato ai propri studenti tesi e studi su questo tema. Inoltre, grazie alla collaborazione della Camera di Commercio e agli albergatori milanesi, si sta verificando la possibilità di applicare le proposte emerse. Lavoriamo anche con Auchan, la catena di supermercati: oltre che per l’inserimento di persone con disabilità in stage inclusivi, stiamo collaborando per la definizione di un vademecum per la progettazione di un supermercato accessibile, affinché si rispettino alcune attenzioni nella progettazione.

Sperimentiamo interventi per garantire l’accessibilità degli eventi: così a BookCity abbiamo previsto interventi con sottotitolatura e linguaggio dei segni. Sono tante le idee in cantiere e Milano si è dimostrata proattiva: c’è una disponibilità diffusa a lavorare su questi temi e una sensibilità che sta progressivamente crescendo. Sicuramente combattiamo con una cronica scarsità di risorse economiche e dobbiamo ancora lavorare per far sì che l’attenzione all’accessibilità venga posta sempre più a monte dei processi di progettazione, sia quando si parla di interventi strutturali che di servizi. Il lavoro continua: stiamo facilitando processi, diffondendo buone pratiche, piantando piccoli semi di inclusione che, sono sicura, metteranno salde radici.