Prendersi cura di un bambino, completamente
Prendersi cura di un bambino che viene accolto nella nostra comunità, la casa di l’abilità, vuol dire prendersi cura completamente di lui. Dalle azioni più semplici, come vestirlo e lavargli i denti, alle visite dagli specialisti. E ovviamente non può mancare il pediatra, figura medica di riferimento per ogni bambino.
Alcuni bambini, quando entrano in comunità non sono associati a nessun medico, in altri casi, se i bambini non risiedono a Milano, è impossibile accompagnarli tutte le volte da chi li aveva in cura. Così è stato necessario trovare una soluzione per fare in modo che tutti i bambini potessero essere seguiti in ugual modo.
Fabia Casale è la pediatra che da quando è stato attivato il servizio de la Casa di l’abilità ha preso in carico i nostri bambini.
“Le storie di questi bambini colpiscono molto: la sofferenza fisica si unisce a quella di un forte disagio familiare, e molte volte la necessità di una famiglia è prioritaria rispetto alla disabilità fisica. Per questo per intervenire su di loro è necessario considerare anche questi aspetti. Ho iniziato a occuparmi dei bambini di la Casa di l’abilità fin da subito. Ho preparato le cartelle cliniche di tutti, e alcuni dei piccoli che poi sono stati dimessi continuano a essere miei pazienti. Ricordo la prima volta che sono entrata in comunità per visitare uno dei bambini: mi sono meravigliata di trovare un ambiente bello, attento ai dettagli, non spersonalizzato.
Si percepisce una cura globale e non solo a livello sanitario, in cui ogni bambino è considerato prima di tutto per il suo essere bambino e non bambino con disabilità.
Prendersi cura di un bambino vuol dire anche conoscere la sua storia personale, molte volte mi è capitato di accompagnare il coordinatore del servizio nelle neonatologie in cui erano ricoverati i bambini per conoscerli prima che fossero accolti nella struttura.
Così ero informata sulla loro storia clinica e sapevo cosa fare una volta a casa, terapie e farmaci. Questi bambini meritano una considerazione speciale perché speciali sono le situazioni di ognuno di loro e delle famiglie da cui provengono: situazioni di disagio, emarginazione, difficoltà materiali e psicologiche a cui però non si può mettere fine solo con una visita in ambulatorio”.