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Essere genitori è senz’altro un’esperienza gratificante e meravigliosa: non è possibile negare però che la genitorialità racchiude in sé anche frustrazioni, sfide e preoccupazioni che i genitori si trovano ad affrontare quotidianamente nel processo di educazione e crescita dei propri figli. Questo diventa ancor più vero quando una famiglia accoglie un bambino con disabilità: la nascita di un bambino con disabilità o il momento della prima comunicazione della diagnosi sono spesso descritti come uno tsunami che sconvolge genitori, nonni, fratelli, travolgendo i progetti per il futuro della famiglia tutta.

Le famiglie vivono una condizione di duplice bisogno: affrontare le questioni specifiche legate alla disabilità del proprio figlio e superare l’isolamento sociale dovuto da un persistente vuoto istituzionale, sia al momento della diagnosi che durante la crescita del bambino. Oltre alle cure specialistiche per il bambino, le famiglie necessitano di spazi di ascolto e confronto, di orientamento e sostegno. Di fronte a una situazione così complessa, spesso inattesa e improvvisa, è fondamentale avere spazi di confronto con chi sta vivendo la stessa esperienza e poter essere affiancati da figure professionali in grado di orientare, supportare e accompagnare le famiglie.

È nato da questi presupposti il progetto Non più soli dopo il Covid ideato da L’abilità e sostenuto da Chiesa Valdese grazie alla redistribuzione dei fondi raccolti con l’8×1000 – per maggiori informazioni: www.ottopermillevaldese.org, con l’obiettivo di ridurre il rischio di isolamento delle famiglie, in particolare nei mesi successivi al periodo più acuto dell’emergenza sanitaria, grazie a incontri psicologici di supporto e all’affiancamento della figura dell’assistente sociale, fondamentale per l’orientamento e l’accompagnamento dei genitori.
Il periodo emergenziale e i complessi mesi post lockdown hanno visto L’abilità impegnata in una riflessione continua e permanete per garantire la migliore assistenza possibile a bambini e famiglie.
La psicologa è stata attiva a tempo pieno per tutta la durata del periodo di emergenza epidemiologica attraverso una linea telefonica dedicata per permettere a padri e madri e nonni di poter essere supportati nel difficile compito di cura e sostegno alla quotidianità familiare.
La modalità di consulenza a distanza si è rivelata una forma vincente, perché facilita la comunicazione e la relazione con le famiglie e si è deciso quindi di mantenerla a fianco del più tradizionale colloquio in presenza, anche nei gruppi per genitori o nonni. Ciò ha permesso di continuare a sostenere anche quei soggetti che per patologie specifiche o per una forte e ancor vivida paura dei contagi, erano riluttanti a partecipare a colloqui in presenza.
Alla figura della psicologa è stata inoltre affiancata quella dell’assistente sociale.
Saranno quindi attivati:
gruppo genitori per ridurre il senso di solitudine, rafforzando la fiducia dei singoli partecipanti nelle proprie capacità;
gruppo nonni per trovare le giuste forme di collaborazione e mutuoaiuto all’interno della famiglia allargata. Gli incontri si tengono con cadenza mensile e con una durata di circa un’ora e mezza.
• colloqui psicologici individuali o di coppia per i genitori, on line o in presenza, per accompagnare i genitori a ritrovare l’equilibrio personale o di coppia dopo l’avvenuta comunicazione della disabilità del figlio e per supportare i genitori nei momenti di difficoltà.
colloqui psicologici per siblings, in presenza, per far riappropriare i fratelli e le sorelle della propria identità e del proprio progetto di vita non per forza dipendente dalla disabilità del fratello.
colloqui psicoeducativi per adolescenti con disabilità, in presenza, per ragazzi con disabilità motorie e/o intellettive lievi, con correlati disturbi d’ansia e fragilità psichiche.
Di fondamentale importanza è poi il ruolo dell’assistente sociale per un accompagnamento e orientamento della famiglia a 360°: questa figura supporterà le famiglie sia rispetto alle esigenze educative del proprio bambino, ma anche rispetto all’orientamento ai servizi, all’accompagnamento e all’affiancamento nel disbrigo di fondamentali pratiche burocratiche e, in taluni casi, per la richiesta di provvidenze sociali.
Tutto questo nel tentativo di rispondere al meglio ai bisogni dei bambini con disabilità come L’abilità ha sempre fatto e continuerà sempre a fare, anche grazie al sostegno di quanti supportano le nostre attività, come ha fatto Chiesa Valdese.