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Si è appena concluso il corso di formazione per i nuovi volontari di l’abilità.
Tante serate nelle quali ci siamo incontrati per conoscerci reciprocamente, volontari e operatori, condividere la mission dell’associazione, riflettere sul bambino e i suoi bisogni di crescita, ma soprattutto metterci in gioco.

Un intero modulo formativo del nostro corso è stato dedicato al tema del gioco con il bambino con disabilità, ma prima di tutto al tema del gioco per l’adulto. E si, perché come si legge nel testo Amorgioco di Carlo Riva (2005), crediamo che non sia possibile “giocare con un bambino con disabilità se l’adulto non percepisce serenità e soddisfazione sdraiandosi sul pavimento per colorare un grande foglio, divertendosi con i cubi colorati, godendo della lettura di una favola. È nel piacere provato che l’adulto innesca un nuovo processo affettivo”.

Durante i nostri incontri di formazione è accaduto proprio questo: prima di sperimentare come stare nel gioco con un bambino con disabilità è stato importante riscoprire il piacere di giocare anche da adulti.
Alzarsi per giocare col corpo in movimento o sedersi per terra per toccare e sporcarsi con la farina gialla; condividere un telo rosso per fare un gioco insieme; cantare un ritornello o inventare una filastrocca divertente; ridere, sorridere, incontrare gli sguardi degli altri, ascoltare il proprio respiro.
Riscoprire la propria dimensione bambina, assaporare il piacere di giocare, meravigliarsi del tempo che nel gioco sembra scorrere secondo un ritmo diverso, lento, nuovo.

Grazie a tutti i partecipanti per la loro presenza.
Grazie a tutti i volontari che ogni giorno ci sostengono nelle nostre attività con i bambini.
E grazie a tutti gli adulti che scelgono di mettersi in gioco e si danno la possibilità di divertirsi, ridere e meravigliarsi continuamente.

Federica Aventaggiato, responsabile volontari