Imparare a giocare: il racconto di una nonna
I bambini che frequentano lo Spazio Gioco sono tanti, ognuno caratterizzato dal proprio percorso di vita, dalle proprie abilità e disabilità, dalla propria storia. Tutti però sono accomunati dallo stesso desiderio di sperimentare il piacere del gioco.
Dietro ogni bambino c’è ovviamente anche una famiglia: mamme e papà che attraverso il gioco riscoprono il rapporto con il proprio bambino. Talvolta anche i nonni diventano protagonisti, come nel caso di G. e Susanna, sua nonna.
“Prima dell’arrivo della mia amatissima nipotina, non avevo mai incontrato la disabilità, non sapevo come approcciarmi, non ne sapevo nulla. Mi sono trovata quindi in grande difficoltà e ho iniziato, con tutta la mia famiglia, un percorso che ha permesso, a ciascuno di noi, di tirare fuori il meglio, di esaltare i nostri punti di forza, di crescere… anche grazie allo Spazio Gioco di L’abilità.
Oggi con G. nonna Susanna ha costruito un rapporto speciale, un contatto profondo, una relazione che cresce giorno dopo giorno. “G. non parla – sono sicura che lo farà, prima o poi – ma riesce benissimo a comunicare, a far capire ciò di cui ha bisogno… e comunque parlo io a sufficienza per entrambe!”.
Susanna ci racconta di come abbia dovuto imparare a rapportarsi alla nipote, di come gli appuntamenti allo Spazio Gioco sono stati indispensabili sessioni di apprendimento per lei, di divertimento per G. “Quando l’accompagnavo osservavo tutto, per capire come interagire con lei, come giocare… Grazie al gioco G. è migliorata molto, soprattutto negli aspetti che riguardano le relazioni. Oggi la bambina scherza, gioca ed entra in relazione con il prossimo: “La prima volta che consapevolmente ha risposto al mio abbraccio ho provato un’emozione indescrivibile”.
Prosegue: “Con l’abilità ho imparato a giocare. Inizialmente non sapevo come fare anche se l’istinto mi fa sperimentare qualsiasi cosa affinchè lei possa giocare, possa interagire, possa crescere.
Chiaro che con lei bisogna avere un’attenzione diversa. Ciò che agli altri bambini viene spontaneo, G. lo dove vedere e rivedere per capirlo a fondo, per impararlo, per farlo suo. Bisogna imparare a stare al suo passo, adattandosi alle sue capacità, a quanto può e desidera fare.
Frequentando altri nonni presso L’abilità mi sono resa conto che viviamo sentimenti comuni: abbiamo provato (e talvolta proviamo ancora) ansie, paure… un senso di inadeguatezza e di incapacità che in alcuni casi ci porta a colpevolizzarci.
Sono convinta che non ce ne sia alcun motivo: noi ci siamo sempre per i nostri nipoti e questo è fondamentale. Ci impegniamo per loro, facciamo di tutto senza mai sostituirci naturalmente ai genitori, i ruoli devono essere ben distinti. Ma noi ci siamo, sempre. Nonostante tutto… e anche per noi non è semplice perchè ci troviamo a vivere una condizione di doppio dolore: soffriamo per i nostri nipoti, soprattutto all’inizio, e allo stesso tempo soffriamo per i nostri figli, che si trovano a vivere una condizione che non sanno come affrontare. È proprio questo il punto: imparare ad affrontare un situazione di fronte alla quale si è completamente impreparati, almeno io lo ero. L’abilità è servita perchè mi ha insegnato, tra le altre cose, come giocare con i bambini con disabilità, io prima non lo sapevo”.
Ringraziamo Susanna per aver voluto condividere con noi la sua storia, ringraziamo Susanna per aver voluto giocare con noi e averci regalato il suo sguardo, bello quanto quello della piccola G.
Con la disabilità non si scherza, si gioca. Aiutaci a giocare con ogni bambino.
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