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Giovanna e Roberto sono marito e moglie e sono due volontari di La casa di L’abilità. Non hanno figli e cinque anni fa hanno deciso di dedicare una parte del loro tempo ai bambini con disabilità gravissima che sono accolti nella nostra comunità.

“Tutto è cominciato da un appello – attacca Giovanna – in parrocchia veniva richiesto un aiuto volontario per la comunità destinata ai bambini con disabilità che di lì a poco sarebbe stata aperta nel quartiere. A qualche giorno di distanza da quell’appello c’è stato un open day per mostrare la struttura. Ho deciso di andare. E mi sono subito innamorata di quella casa: così colorata, così piena di luce, così calda e accogliente. I bambini non c’erano ancora, tutto era ancora da organizzare. Sono tornata a casa e ho raccontato tutto a mio marito. Sentivo che potevamo fare qualcosa, che dovevamo fare qualcosa”.

Così Giovanna e Roberto hanno iniziato. Hanno frequentato il corso per i volontari: quattro incontri per imparare a relazionarsi con i bambini, per imparare a giocare con loro e capire di cosa ci fosse bisogno in una struttura tanto particolare.

“Era la nostra prima esperienza di volontariato – dice Roberto – La nostra prima esperienza con i bambini. E la prima volta che avremmo avuto a che fare con la disabilità. All’inizio avevamo paura, paura di non saper affrontare questi bimbi tanto delicati, il timore di non saperli neanche prendere in braccio. Paura di trovarci di fronte a una sofferenza più grande di noi.

“Le barriere sono cadute da sole, è bastato poco – continua – È bastato entrare in contatto con i bambini per capire che prima della disabilità c’è il bambino, un bambino che ha voglia di sorridere, come tutti. Anche se i bambini hanno storie difficili, non c’è tristezza da condividere, ma solo la soddisfazione, la soddisfazione di essere riusciti a far sorridere i bambini. Di avergli dato un momento di benessere”.

“Noi siamo a disposizione degli educatori – spiega Giovanna – Facciamo quello che serve, come ad esempio aiutarli a preparare la cena per i bambini, a dargli da mangiare, a giocare con loro.
Ci sono alcuni bambini per cui non possiamo fare molto, come la piccola Jazmin, perché non parla, ha gravi danni cerebrali per cui non vede e non sente, non si muove e per respirare ha bisogno dell’ossigeno. Ho capito che per darle conforto basta tenerla in braccio, farle un messaggio sulle braccine. Mi accorgo che già solo questo è abbastanza.

I bambini ci aspettano, ci riconoscono, hanno voglia di sorridere.

In futuro mi piacerebbe dedicare sempre più tempo, perché mi sono resa conto di quanto questo sia importante.

Questa è la storia di Giovanna e Roberto, che fanno parte del gruppo di preziosi volontari che ogni giorno ci aiuta con i bambini. Sono 37 i volontari che ci supportano nelle attività con i bambini.
I volontari sono una risorsa preziosa per noi, soprattutto per una struttura come la nostra casa aperta sette giorni su sette, un servizio che non conosce domeniche, ferie, caldo e vacanze.

Anche tu puoi diventare volontario di l’abilità. Se vuoi iniziare questa avventura, contattaci per avere le informazioni necessarie a comunicazione@labilita.org

Dopo l’estate ripartiranno i corsi per diventare volontario, continua a seguirci per essere aggiornato.