Un incessante lavoro di tessitura

Il mondo della scuola è in subbuglio in queste settimane: il perdurare dell’emergenza sanitaria costringe gli studenti – al momento solo quelli che frequentano le scuole superiori a seguire le lezioni a distanza, con forti ripercussioni sia dal punto di vista didattico che psicologico ed educativo.

Fortunatamente per i bambini e le bambine che frequentano le scuole dell’infanzia e le scuole primarie le lezioni possono, pur con tutte le attenzioni del caso, svolgersi in presenza.
L’anno scolastico per questi plessi scolastici è in pieno svolgimento, ma non sono mancati inciampi e battute d’arresto, in parte determinati dalla situazione emergenziale che stiamo vivendo, in parte da criticità che caratterizzano da sempre la scuola nel nostro Paese. Nonostante tutto è stato determinante, per il benessere dei bambini con disabilità che frequentano le scuole dell’infanzia e primarie, poter lavorare in presenza, seppur con qualche difficoltà, insieme al proprio gruppo classe.

Antonio Gallo, coordinatore dell’Assistenza Educativa Scolastica, ci racconta di un avvio in salita: “Nonostante qualche ritardo siamo riusciti a riattivare le collaborazioni con i plessi scolastici con i quali avevamo lavorato in precedenza, garantendo così quella continuità educativa che è così importante per i bambini dei quali ci prendiamo cura con il nostro servizio. Il problema più grande, all’inizio dell’anno è stata l’assenza dei docenti, sia curricolari che di sostegno. Quest’anno più che in passato le assegnazioni si sono fatte attendere e anche quando sono arrivate molto spesso hanno previsto l’inserimento di figure al primo anno di insegnamento”.

La situazione è andata progressivamente normalizzandosi anche se, purtroppo, la situazione viene fotografata a partire dal nostro presidio di servizio è molto frammentata a disomogenea: “Non c’è un approccio uniforme, ogni scuola, ogni plesso è un mondo a sé. È una questione annosa, con la quale ci siamo sempre misurati ma che ovviamente in una situazione particolare come quella attuale crea qualche inghippo in più. Si tratta di intessere, grazie al lavoro continuo degli educatori, relazioni con il mondo della scuola, con gli specialisti che ruotano attorno al bambino e, ovviamente, con la famiglia. Insieme, tutti, concorrono a costruire le attività per il bambino all’interno del contesto scolastico, per il suo benessere e per la sua piena inclusione. Fortunatamente possiamo continuare a lavorare in presenza, e questo per i bambini dei quali ci prendiamo cura di fondamentale importanza”.

Una strada in salita, forse. E quest’anno ancora di più, ma che per nulla al mondo ci sentiamo di abbandonare.

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