Olimpiadi: verso nuovi traguardi inclusivi

In questo periodo i riflettori sono tutti puntati sulle Paralimpiadi di Tokyo 2020 che, grazie anche al lancio della campagna #WeThe15, stanno ponendo sempre di più l’attenzione sul tema dell’inclusione sociale delle persone con disabilità.

L’inclusione dei bambini e delle persone con disabilità è da sempre la nostra mission, e per questo, noi di L’abilità, ci stiamo domandando: è giusto organizzare due manifestazioni distinte, le Olimpiadi per gli atleti “normodotati” e le Paralipiadi per gli atleti con disabilità?

Ecco la nostra riflessione, in cui proviamo a immaginare un scenario diverso.
In un’epoca nella quale si discute molto di uguaglianza, noi di L’abilità pensiamo che sia arrivato il momento di eliminare questa distinzione per creare un’unica manifestazione e un unico medagliere che dia la stessa importanza e lo stesso riconoscimento a tutti gli atleti, indipendente dal loro grado di abilità!

Perché i nostri atleti paralimpici e le loro vittorie non ricevono la stessa attenzione di quelli olimpici? Quale differenza c’è tra i due? Basti solo pensare che il medagliere italiano paralimpico ha staccato di gran lunga quello olimpico.

Tutti gli atleti, di qualsiasi disciplina e a qualsiasi livello di abilità, sono accomunati da due cose: l’amore per lo sport e l’impegno e la gioia per la realizzazione di un sogno, che sia la partecipazione o la vittoria a una gara.
E noi, loro “spettatori”, siamo o dovremmo, essere accumunati dallo stesso sentimento di partecipazione ed emozione a prescindere dalla disabilità o meno di chi gareggia.

Ndiaga Dieng – Atleta con disabilità intellettivo relazionale bronzo 1500 metri T20 Tokyo 2020

Quindi perché non unire le due manifestazioni in un unico evento? Questo è quello che chiedono anche campioni che si stanno impegnando perché un giorno esista un solo evento olimpico, al quale possano gareggiare in contemporanea sia gli atleti con che senza disabilità.

Pur riconoscendo le difficoltà organizzative, le soluzioni potrebbero essere tante, magari già a partire dalle prossime Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026: allestire un’unica cerimonia di apertura e di chiusura, in cui tutti gli atleti con e senza disabilità sfilino tutti assieme a rappresentare il loro Paese potrebbe essere il primo passo verso l’evoluzione più inclusiva dei Giochi Olimpici.

Superare questo ostacolo sarebbe un messaggio potentissimo che si unirebbe a quello della campagna decennale #WeThe15 – a cui L’abilità aderisce – promossa dal Comitato Paralimpico Internazionale e dalla International Disability Alliance per creare un movimento globale che ponga l’attenzione sui diritti delle persone con disabilità, 1,2 miliardi di persone, ovvero il 15% della popolazione mondiale, e che promuova l’inclusione e l’abbattimento delle barriere fisiche e culturali.

 

 

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