Gestire l’emergenza continua, per il benessere dei bambini dei quali ci prendiamo cura
Durante questi mesi ci siamo abituati a sentir parlare di dispositivi di protezione, di protocolli Covid, tamponi, test…
Ovviamente anche L’abilità ha dovuto velocemente adeguarsi alla situazione d’emergenza con l’obiettivo di tutelare prima di tutto la salute e il benessere dei bambini con disabilità e, non meno importante, dello staff che quotidianamente entra in contatto con loro. E tale adeguamento ha significato un impegno considerevole in termini di risorse, sia economiche che umane.
Partiamo dai costi. Da marzo a ottobre dello scorso anno i costi per i dispositivi di protezione e le sanificazioni sono stati di 27 mila euro, e i costi preventivati per il nuovo anno, nei mesi compresi tra gennaio e giugno, si attestano a una cifra simile. Fortunatamente i costi per gli approvvigionamenti dei dispositivi di protezione – mascherine, guanti, camici, visiere sono diminuiti e nella cifra vengono compresi anche 6 mila euro per l’acquisto dei tamponi rapidi.
“La prima fase dell’emergenza è stata drammatica”, spiega Patrizia Basile, Covid Manager dell’Associazione e coordinatrice de La Casa di L’abilità, “Non abbiamo dovuto solo misurarci con l’emergenza e con quanto essa ha comportato nei diversi servizi, ma anche con enormi difficoltà nel reperimento dei materiali, scarsissimi, costosissimi e talvolta del tutto inadeguati”.
Come accennato, Basile è Covid Manager dell’Associazione, ha quindi il compito di verificare i protocolli di lavoro adottati per i singoli servizi e valutarne l’applicazione, oltre che di analizzarne eventuali criticità. Oltre alla nomina di tale figura L’abilità ha dovuto dotarsi di un Comitato Covid 19 che ha il compito di definire le macro strategie richieste alla gestione dell’emergenza e verificarne l’applicazione.
Ma non è finita qui. La gestione dell’emergenza ha significato anche dover fare i conti con la burocrazia (e con i suoi costi) e nello specifico con la vigilanza ATS e del Comune di Milano che hanno dettato linee guida per l’elaborazione di documenti specifici per il riavvio dopo il lockdown (1 progetto di riavvio de La casa di L’abilità – che è stata sempre aperta [SIC], 3 progetti di riavvio per L’officina delle abilità, 1 progetto di riavvio per il servizio Casemanager).
A questo va aggiunto la stesura di 13 PROTOCOLLI di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid 19 stilati a seconda delle diversi atti normativi nazionali e/o regionali.
Spiega Basile: “I protocolli sono stati diversificati, nel rispetto delle disposizioni di legge, a seconda dei servizi, in base alla tipologia delle attività e alle fragilità dei bambini che li frequentano. Per la Comunità, ad esempio, il protocollo prevede altissimi livelli di attenzione imposti dalla necessità di tutelare massimamente la salute dei bambini che vi risiedono e che vivono una condizione di estrema fragilità. Per questo motivo i tamponi sono previsti ogni 15 giorni, mentre negli altri servizi sono calendarizzati ogni 21 giorni. Il livello di attenzione è determinato anche dal fatto che, proprio per la natura del servizio – una struttura residenziale, è più difficile, se non addirittura impossibile, riuscire a mantenere il distanziamento sociale”.
Una trafila complessa quindi, che ci assumiamo nella consapevolezza che stiamo lavorando per il benessere dei bambini con disabilità dei quali ci occupiamo quotidianamente. Un gesto di cura questo, che possiamo compiere anche grazie alle donazioni di Fondazioni private che, al momento, hanno coperto il circa 17% del fabbisogno totale.
Noi continuiamo, nonostante tutto. Voi continuate a esserci vicini, anche se lontani.
Per sostenere i nostri gesti di cura, dona ora!