Misura B1: che cos’è?

Nella selva di sigle che occupano la vita della persona con disabilità – e spesso poco conosciute ai più anche se sostanziali per il progetto di vita delle persone con disabilità –  B1 è forse tra le più sconosciute. Si tratta di una cosiddetta “misura” ovvero di una vera e propria rete di interventi innovativi, flessibili che dal 2013 Regione Lombardia ha affiancato alla rete dei servizi socio-sanitari e sociali consolidati e che, nelle stesse parole della Regione, sono diventati il 2° pilastro lombardo.

La caratteristica portante di questi interventi è quella di offrire risposte personalizzate alle persone con disabilità/anziane non autosufficienti, modellate sulle loro necessità e sui loro desideri (DGRXI/1253 seduta del 12/02/2019, allegato B).

Nello specifico, la misura B1 è destinata alle persone con disabilità gravissima di qualsiasi età e, insieme alla Misura B2 per persone disabili gravi e anziane non autosufficienti, sono sostenute con risorse statali del Fondo per le non autosufficienze (FNA) e da risorse regionali.

Per i primi 3 anni la Misura ha interessato solo le persone con dipendenza vitale (ad esempio: persone in coma, stato vegetativo, o persone dipendenti da ventilazione meccanica assistita). Dal FNA 2016 si sono aggiunte altre tipologie di disabilità gravissima che hanno portato un incremento dell’87%, da 2.646 persone in carico alle 4.962 persone nel 2016. Secondo i dati regionali le persone con demenza e quelle con disturbo comportamentale dello spettro autistico sono le tipologie di disabilità gravissima che maggiormente hanno influito sull’aumento complessivo della platea dei beneficiari della Misura B1. Soprattutto il numero di persone con disturbi dello spettro autistico è più che raddoppiato, da 489 a 1.003 persone prese in carico.

Questo aumento di numero di casi da seguire ha portato Regione Lombardia a sospendere l’erogazione del voucher e a rivedere i criteri per l’elargizione.

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