La rabbia di Sofia: nella giornata dell’infanzia perché il gioco non sia un privilegio, ma un diritto

Oggi 20 novembre, Giornata Internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, diamo voce a Sofia che come tante bambine e bambini con disabilità è discriminata nel gioco. L’articolo 31 della Convenzione sui diritti dell’infanzia sancisce, tra gli altri, il diritto per le bambine e i bambini di dedicarsi al gioco e ad attività ricreative: un diritto spesso negato, una discriminazione che deve essere combattuta con azioni urgenti e diffuse perché giocare non sia un privilegio per i bambini con disabilità.

Veniamo a quanto è successo quest’estate a Sofia, accompagnata da una delle sue educatrici, insieme ad un’altra bambina, in un parco divertimenti. Grande gioia ed emozione per lei. In biglietteria consegnano alle bambine un biglietto gratuito, per via della loro disabilità, e devono indossare un braccialetto verde, corrispondente alla disabilità intellettiva, con il quale è impedito loro l’accesso ad alcune giostre. Tra cui anche quelle montagne russe baby su cui tanto Sofia desiderava andare.

Un’ingiustizia avvertita dalla stessa Sofia che si è molto arrabbiata e risentita perché non poteva fare ciò che che desiderava.
E l’ingiustizia, la discriminazione è stata avvertita anche dall’educatrice di Sofia, che a un certo punto decide di toglierle il braccialetto identificativo, e di pagare il biglietto per poter accompagnare la bambina sulle attrazioni.

“Una questione di sicurezza” replica il parco alle proteste dell’educatrice. “Una discriminazione” replica la mamma di Sofia.

La rabbia di Sofia che si è vista e sentita considerata “diversa” rispetto agli altri bambini è anche e soprattutto la nostra rabbia. Perché il gioco è un diritto fondamentale di tutte le bambine e i bambini. E chiunque non garantisce l’universalità di questo diritto discrimina la bambina e il bambino con disabilità.

Quest’anno abbiamo avuto l’occasione di consolidare il nostro impegno per garantire il diritto al gioco anche grazie al progetto, promosso da Fish (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) “Disabilità: la discriminazione non si somma, si moltiplica. Azioni e strumenti innovativi per riconoscere e contrastare le discriminazioni multiple”, finanziato dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.

Nell’ambito di tale iniziativa, Laura Borghetto, presidente di L’abilità, ha coordinato il lavoro della comunità di pratiche che si è occupata di trattare il tema della multidiscriminazione delle bambine e dei bambini con disabilità. Il lavoro svolto in questi mesi ha portato all’elaborazione della prima stesura del Manifesto contro la discriminazione nel gioco delle bambine e dei bambini con disabilità. Una prima bozza di tale lavoro è stata presentata ieri durante un incontro pubblico e che ha visto la partecipazione e il dialogo di politici, genitori, medici, ricercatori, professori, giornalisti, e rappresentanti del mondo del Terzo Settore per finalizzarne la stesura e arrivare a una versione definitiva che sarà presentata il prossimo 15 dicembre in occasione della chiusura del progetto “Disabilità: la discriminazione non si somma, si moltiplica. Azioni e strumenti innovativi per riconoscere e contrastare le discriminazioni multiple”.

Da 22 anni lavoriamo perché  il diritto al gioco sia garantito per ogni bambino, siamo molto fieri di essere coordinatori e curatori di questo progetto, tanto ambizioso quanto necessario perché ancora troppe storie come quella di Sofia sentiamo ogni giorno.

Buon 20 novembre a tutte le bambine e a tutti i bambini.

La storia di Sofia ci è stata segnalata da Aipd

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