La battaglia delle associazioni fin qui

Dopo l’approvazione da parte della Giunta Regionale lombarda della delibera 1669 lo scorso 28 dicembre 2023, che prevedeva una riduzione delle risorse economiche relative alla misura B1 (per persone con disabilità gravissima) e alla misura B2 (per persone con disabilità grave o di non autosufficienza), le associazioni lombarde che tutelano i diritti delle persone con disabilità, rappresentate a livello regionale da Ledha (Lega per i diritti delle persone con disabilità), si sono mostrate fin da subito in disaccordo chiedendo di incontrare l’assessore alla Famiglia, Solidarietà Sociale, Disabilità e Pari opportunità Elena Lucchini.

Con questa delibera, Regione Lombardia cominciava ad attuare quanto previsto dal Piano Nazionale per la non autosufficienza 2022-2024, avviando la progressiva conversione dei sostegni offerti come contributi economici (forma indiretta) in servizi erogati (forma diretta), a discapito però delle circa 7000 persone con gravissime disabilità residenti in Lombardia e assistite dai familiari che, ad oggi, ricevono un contributo che oscilla tra i 750 e i 650€/mese, ma che con questa nuova delibera andrebbero a ricevere non più di 400€/mese. Con la delibera 2033/2024, sono stati rimodulati i buoni con importi tra 500€ e 600€/mese, in base alla tipologia di bisogno, riducendo i tagli a massimo 150€/mese.

Anche la Fish aveva denunciato da subito la situazione ricordando che la scelta compiute dal Piano nazionale per la Non Autosufficienza (PNNA) a firma dell’ex ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, sulla base del lavoro dell’allora commissione istituita presso il ministero, avrebbe creato difficoltà per le persone con disabilità e le loro famiglie.

Grazie al ruolo svolto da Ledha, che ha voluto fortemente incontrare l’assessore Lucchini, e dopo il confronto tenutosi lo scorso 28 febbraio, le associazioni sono riuscite a far introdurre delle modifiche al testo di una delibera (le cui disposizioni dovrebbero entrare in vigore dal 1° giugno), che ancora oggi presenta grandi criticità.

Regione Lombardia ha confermato che per il 2024 non verranno dimezzati i fondi destinati ai caregiver delle persone con gravissime disabilità, ridimensionando anche i tagli ai fondi previsti.

Se da una parte l’impatto economico della delibera regionale, almeno per quanto riguarda il 2024, è stato relativamente ridotto, da un’altra parte però rimane ancora l’impossibilità da parte di Regione Lombardia di garantire l’accesso alla misura B1 ai nuovi richiedenti.

Ciò comporta non soltanto un danno nei confronti dei caregiver familiari ma soprattutto un grave attacco ai diritti dei cittadini con disabilità residenti in Lombardia che dal prossimo anno faranno richiesta per accedere ai sostegni relativi alla misura B1, e che entreranno a far parte di una lista d’attesa per accedere a una misura che lo scorso mese di ottobre offriva sostegno a circa 11000 persone in tutto il territorio lombardo, come segnalato da Ledha.

L’ultimo atto di questa trattativa si è consumato nella giornata di martedì 19 marzo quando Alessandro Manfredi, presidente di LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità, e Angelo Achilli, presidente FAND Lombardia hanno incontrato ancora una volta l’assessore regionale alla Famiglia, solidarietà sociale, disabilità e pari opportunità, Elena Lucchini.

Al centro dell’incontro la delibera 2033 che modifica il programma operativo regionale per la non autosufficienza. È stata confermata una riduzione al taglio dei contributi previsti dalla Misura B1 per i caregiver familiari che assistono persone con grave e gravissima disabilità.  Tuttavia, le due criticità segnalate da LEDHA, FAND Lombardia e dalle altre associazioni di tutela dei diritti delle persone con disabilità non sono state risolte.

Lo schema del Piano nazionale per la Non Autosufficienza e quello del Piano regionale non sono stati modificati, di conseguenza il prossimo anno ci troveremo a fare i conti con la medesima situazione. Il secondo problema riguarda il fatto che, avendo utilizzato le risorse regionali per ridurre il taglio ai contributi, non vi sono risorse per rispondere a tutte le nuove richieste di accesso alla Misura B1.

“Nonostante le nostre richieste, a oggi non ci sono elementi che ci possano portare a modificare la valutazione che abbiamo espresso in merito alle modalità con cui Regione Lombardia ha attuato il Piano nazionale per la non autosufficienza. A fronte di questa situazione siamo costretti a scendere in piazza”, dichiarano Alessandro Manfredi e Angelo Achilli.

X