Leggere un libro ancora da scrivere

A L’abilità, le parole sono la base di un lavoro socioeducativo che sotto forme e punti di vista diversi pone al centro il bambino, la sua famiglia, e la loro relazione con l’ambiente di vita circostante.

Il lavoro educativo che viene realizzato al CDD ma anche negli altri servizi, ridà senso a parole chiavi come attesa, saluto o domanda. Termini ai quali vanno legati atteggiamenti, modi di dire e di fare, la cui consapevolezza e accettazione possono delimitare la frontiera tra il benessere e lo stress, tra la paura e l’intraprendenza. Concetti e parole a cui bisogna prestare attenzione ogni giorno.

In questo contesto, i libri diventano una dimostrazione concreta del desiderio di riflessione e di confronto delle educatrici, che ogni giorno si interrogano sull’educazione dei bambini con disabilità.

Per questo motivo, abbiamo voluto chiedere a Laura Caroli, coordinatrice di questo servizio, il titolo di un libro attraverso il quale poter capire ancora meglio il modo in cui L’officina delle abilità guarda, si affaccia al mondo e dialoga con i bambini. La sua proposta è un testo ricco di stimoli che fa pensare al loro lavoro quotidiano: “I bambini pensano grande. Cronaca di un’avventura pedagogica” di Franco Lorenzoni.

Un libro dove le parole sottolineano spesso l’importanza del tempo, della pausa, dell’ascolto, attraverso frasi come, per esempio, “..un pensiero che non trova ascolto difficilmente prende forma e respiro..“. Un richiamo alla quotidianità di un servizio dove, nelle parole di Caroli “il tema del tempo è fondamentale nel nostro lavoro: il tempo di ascoltare ciò che i bambini ci propongono, i loro pensieri, avere la pazienza di fermarsi, di dare “il tempo di perder tempo”. Un compito molto arduo che richiede un allenamento continuo.

Un allenamento necessario per capire le diverse personalità che convivono non solo al CDD, ma anche in altri servizi di L’abilità.

Nel caso di Agenda Blu, servizio rivolto a bambini con disturbo dello spettro autistico, uno dei libri di riferimento è “Pensare per immagini” di Temple Grandin, utile per “comprendere meglio le peculiarità dei bambini di cui ci occupiamo ci aiuta ad impegnarci sempre più intensamente per pianificare al meglio il nostro intervento per migliorare la loro qualità di vita e delle loro famiglie”, sottolinea Manuela Castelli, coordinatrice del servizio.

Nella panoramica dei servizi di L’abilità, il diritto al gioco è una questione basilare che nel LudoLab trova il suo spazio. Un centro dove il gioco è il protagonista e la cui natura è più facile da comprendere se accompagnati dal libro consigliato da Elisa Rossoni, coordinatrice del servizio. “Buon gioco. Giocare bene per vivere bene” de Bernard De Koven non è un manuale per professionisti o per sviluppatori di gioco, ma è un testo appassionato e appassionante per chi vuole imparare a giocare bene insieme agli altri: a vincere, perdere, arrendersi, scegliere di partecipare o abbandonare un gioco, condividere e rispettare le regole, avere fiducia nei propri compagni.

Un testo, quest’ultimo, che sottolinea come il gioco educa alla vita, alla giocosità e alla leggerezza, al senso di comunità, a divenire ciò che si vuole essere.

Un percorso di costruzione e di presa di coscienza del proprio essere che per i bambini con disabilità e per le loro famiglie non è facile e tantomeno scontato, ma che a L’officina delle abilità si elabora ogni giorno attraverso la conquista di spazi e lo sviluppo di competenze, che aiutano i bambini che frequentano il servizio a prendere delle decisioni consapevoli in linea con i propri desideri.

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