Chiusi per ferie? No!

Con l’arrivo del mese di agosto, sono numerosi i servizi di L’abilità che chiudono per ferie. Un meritato riposo per operatori e bambini, dopo l’anno trascorso insieme. C’è però un servizio la cui natura fa sì che i periodi di chiusura non siano previsti, ma che, grazie all’impegno degli operatori e dei volontari trasforma il mese di agosto nel momento più bello dell’anno per i bambini che lo frequentano.

Stiamo parlando della Casa di L’abilità, la comunità alloggio sociosanitaria per bambini con disabilità grave, che per il mese di agosto ha organizzato un centro estivo molto particolare, dedicato ai bambini che lì sono ospitati, in modo da creare dei momenti di “spensieratezza in cui poter vivere un’estate avventurosa soprattutto all’aperto”, nelle parole di Elena Stori, coordinatrice infermieristica della Casa.

Organizzare attività di questo tipo in un servizio dove i bisogni dei bambini sono molto complessi e richiedono di un’assistenza sanitaria dedicata non è facile e devono essere attività in linea anche con le competenze del personale. Le attività scelte per quest’anno, dichiara Stori, “piacciono molto ai nostri bimbi e li aiutano a sperimentare nuove sensorialità”.

Si tratta dunque di attività che hanno come scopo divertirsi e rilassarsi, in grado però di arricchire il bagaglio di esperienze, competenze e abilità di ciascun bambino, che nel laboratorio di ortoterapia, di psicomotricità o semplicemente in piscina, acquisiscono nuove informazioni sul loro rapporto con il proprio corpo e con lo spazio che li circonda.

Tra queste attività, “l’acqua li manda proprio in un altro pianeta” sottolinea Elena.

Tutte attività che non si potrebbero realizzare se non ci fossero i volontari di L’abilità, risorsa preziosissima nella Casa, e ancora di più durante l’organizzazione del centro estivo. Una proposta estiva che, in futuro potrebbe prevedere dei momenti insieme ad altre organizzazioni per offrire ai bambini della Casa “l’opportunità di interagire con altri bambini del territorio come, per esempio, i compagni di scuola”, sottolinea Stori.

Uscite sul territorio che per i bambini della Casa hanno un valore aggiunto poiché entrano in relazione con un mondo ancora tutto da esplorare e nel quale mettono in campo le proprie strategie che, sebbene nella Casa trovano uno spazio adeguato perché in grado di dialogare con i bambini che la abitano, fuori da questo luogo protetto sono ancora da sperimentare.

Spazi esterni all’interno dei quali i bambini possono “assumere un ruolo” diverso dal solito, come succede per esempio durante le visite a una fattoria vicina alla sede del servizio, dove i bambini interagiscono con gli animali e “sperimentano l’accudimento e la responsabilità”, entrambi aspetti nuovi per loro.

Perché, in fin dei conti, anche l’organizzazione di un centro estivo non è altro che la materializzazione di un desiderio molto radicato, ovvero quello di offrire sempre nuove esperienze a bambini che spesso si trovano in un condizioni sociali e sanitarie piuttosto complesse ma per i quali, come dichiarato da Elena Stori e affermato da tutti coloro che prendono parte a questo centro estivo, “l’estate dev’essere spensieratezza, divertimento, aria aperta e nuove avventure di gioco.”

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