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14 Ottobre 2024

Misura B1: emergenza risolta o solo rimandata?

8,5 milioni di euro per il 2024.

Sono questi i fondi straordinari stanziati da Regione Lombardia lo scorso 29 luglio, che hanno evitato i tagli ai contributi approvati dalla Giunta regionale il 28 dicembre 2023 (leggi qui la DGR 1669).

Sette mesi in cui i diritti dei caregiver sono stati sull’orlo del baratro.

Una serie di tagli che avrebbero portato alla formazione di liste di attesa per accedere alla misura B1, rappresentando una grave minaccia per la qualità di vita di circa 7000 caregiver lombardi che, ogni giorno, si prendono cura di una persona con disabilità grave.

Queste risorse economiche straordinarie sono il risultato della collaborazione tra diverse associazioni, scese in piazza lo scorso 16 aprile. Più di mille persone e 200 associazioni, provenienti da ogni angolo della Lombardia, hanno fatto sentire la voce dei caregiver.

“Solo a seguito delle forti proteste delle associazioni con la manifestazione del 16 aprile scorso sono stati garantiti i fondi che erano stati tagliati sulla B1, ma non ci sono certezze su quanto accadrà nel futuro”, racconta Laura Borghetto, direttrice di L’abilità.

Una dimostrazione di quanto sia importante e necessario il lavoro di rete tra le diverse associazioni che lavorano per garantire i diritti delle persone con disabilità e dei loro caregiver, che richiede del tempo e delle competenze per costruire e creare delle relazioni necessarie per contrastare, sempre più spesso, l’assenza o il ridimensionamento dei sostegni economici alle famiglie erogati dagli enti pubblici.

Nella nostra associazione, continua Borghetto, “sono 42 le bambine e i bambini con disabilità a cui possiamo garantire interventi fondamentali di socializzazione e di educazione-abilitazione secondo il metodo di L’abilità, con personale formato e in ambienti stimolanti.”

Bambini e bambine per i quali la misura B1 rappresenta il diritto a costruire un progetto di vita che coinvolge non solo loro, ma anche il loro nucleo familiare, il cui equilibrio e benessere è spesso molto fragile ed estremamente collegato alle “disponibilità di bilancio” dei diversi enti pubblici.

Per questo motivo, questa “reperibilità straordinaria” di fondi da parte di Regione Lombardia non deve essere vista come un successo, bensì come l’ennesima dimostrazione del rischio che comporta la valutazione prettamente economica dei diritti dei bambini e dei caregiver.

Un rischio a cui, anno dopo anno, L’abilità deve rispondere per far fronte ai diversi tagli che si susseguono e che aggravano le condizioni di vita delle famiglie con figli con disabilità, con un’attività di raccolta fondi che richiede tante energie, risorse e competenze per costruire e prendersi cura dei donatori, così come si fa anche con le famiglie.

Volgere lo sguardo all’ultimo Bilancio Sociale della nostra associazione (consultabile qui) ci aiuta a capire, dati alla mano, l’importanza effettiva della raccolta fondi.

Prendendo come riferimento uno dei servizi privati, il LudoLab, nel 2023 i voucher B1 coprivano fino al 20% dei costi totali del servizio di fronte al 66% coperto dall’attività di raccolta fondi realizzata da L’abilità. Una fotografia piuttosto chiara dell’importanza di un lavoro che rappresenta, innanzitutto, un impegno che la nostra associazione si prende nei confronti delle famiglie, poiché solo grazie a questo lavoro di raccolta fondi, i loro figli possono frequentare servizi specializzati in cui iniziare a costruire il proprio progetto di vita.

Non si può dimenticare il fatto che, dietro a questi numeri, ci sono delle storie di vita che rischiano di non essere avviate, oppure di rimanere in pausa per un periodo di tempo indeterminato, mettendo i diritti in secondo piano, dietro alle famigerate “disponibilità di bilancio”.

Ma, tornando alla misura B1, cosa aspetta nel 2025 alle famiglie aventi diritto?
Lo scorso 29 luglio, il Consiglio regionale ha approvato un ordine del giorno che impegna la Giunta a prevedere le risorse necessarie sul Fondo nazionale per la non autosufficienza per il 2025 già nel bilancio di previsione.

“Noi speriamo che sia possibile continuare, senza dover dire tanti “si vedrà”, perché purtroppo il progetto di vita oggi è più composto da “si vedrà” che da interventi garantiti e diritti esigibili”, sentenzia Laura Borghetto.

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