Il giorno in cui, per la prima volta, una bambina o un bambino con disabilità arriva a L’abilità, inizia a cambiare non solo la sua quotidianità, ma quella di tutta la famiglia.
Attraverso interventi strutturati, come quelli realizzati al Centro Ludotecnica Inclusiva – LudoLab, le famiglie trovano uno spazio di cura, relazione e accompagnamento, dove dare forma a percorsi di crescita condivisi.
Un modo concreto per contrastare l’isolamento che spesso accompagna la diagnosi. Un vuoto che, con il tempo e con l’ascolto, può trasformarsi in presenza.
«Quando Elisa aveva tre anni, abbiamo ricevuto una diagnosi di disturbo dello spettro autistico. È stato un momento complesso, attraversato da molte domande e da un forte senso di incertezza sul futuro», racconta Marco, papà di Elisa.
Una nuova quotidianità che apriva la strada a numerose domande sul modo migliore di accompagnare la propria figlia. «L’incontro con L’abilità ha rappresentato per noi un passaggio decisivo grazie al percorso al LudoLab», spiega Marco. «Elisa ha potuto sperimentare il piacere del gioco in un ambiente pensato per rispondere ai suoi bisogni e a quelli della nostra famiglia.»
In questi primi mesi, aggiunge Marco, «Elisa ha sviluppato maggiori competenze comunicative e relazionali». Competenze che non solo riguardano Elisa. «Noi, allo stesso tempo, abbiamo ricevuto informazioni e strumenti preziosi per accompagnarla in un cammino di crescita che, come famiglia, ha finalmente preso avvio.», conclude.
Quella dei genitori di Elisa è una delle storie che raccontano l’impatto concreto del sostegno alla nostra campagna di Natale. Essere accanto a 25 famiglie, rendendo gratuiti i percorsi di cui hanno bisogno, vuol dire trasformare il vuoto in presenza e ascolto👉 labilita.org/natale