In questa foto si vedono dei volontari di L'abilità al concerto di La Casa di L'abilità
Bambino e famiglia Eventi
09 Ottobre 2025

“Qui, Ora, Domani”: 15 anni di voci, volti e storie di comunità

Oltre 200 voci, volti e storie hanno dato vita lo scorso 3 ottobre al concerto Qui Ora Domani – concerto e parole di comunità, organizzato in occasione dei 15 anni di La Casa di L’abilità.
Un evento che ha unito musica, emozione e testimonianze, celebrando la forza di una comunità che ogni giorno costruisce inclusione.

Un compleanno di comunità

Le parole di operatori, familiari e volontari si sono intrecciate ai brani eseguiti dal Coro La Nave di San Vittore e dal Coro Amici della Nave, diretti da Paolo Foschini.
Un dialogo tra musica e vita quotidiana che ha raccontato ciò che accade dentro e fuori le mura de La Casa di L’abilità: storie di accoglienza, cura e relazione.

“La comunità si vive nella quotidianità, ed è necessario riconoscere che tutti coloro che vi appartengono sono promotori di inclusione”, ha ricordato Elena Lucchini, Assessore alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari Opportunità del Comune di Milano.

15 anni di crescita condivisa

Nel corso di questi 15 anni, oltre 60 bambini con disabilità e le loro famiglie hanno trovato a La Casa di L’abilità un luogo dove poter iniziare un percorso di cura e di crescita personalizzato in una comunità, come ha spiegato Laura Borghetto, Direttrice generale di L’abilità Onlus, che nasceva come “un’avventura straordinaria in cui non sapevamo che cosa sarebbe successo nei mesi a venire e certo non immaginavamo che avremmo avuto la forza, l’energia e il coraggio di accogliere tutti questi bambini e le loro famiglie.” 

La voce dei bambini e di chi se ne prende cura

In prima fila, durante il concerto, c’erano proprio loro: i bambini di La Casa, accompagnati dai genitori, dagli operatori e dai volontari. Un momento speciale, in cui la loro Casa è diventata un luogo d’incontro aperto a tutti.

“Guardandomi intorno, vedo che la nostra comunità è una vera casa, fatta di amore capace di accogliere l’unicità di tutti noi”, ha detto Cristina Benevento, coordinatrice.
Concetto condiviso anche da Lavinia Alini, terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, “qualsiasi sia la storia di questi bambini, diventano tutti parte di un grande cerchio, che giorno dopo giorno si arricchisce di emozioni, esperienze e giochi.”

La cura che nasce dalla relazione

A La Casa di L’abilità, la cura non è solo terapia: è partecipazione, tempo condiviso e presenza. “Prendersi cura significa anche giocare con loro, condividere ciò che piace, regalare tempo di qualità”, ha raccontato Elena Stori, coordinatrice infermieristica.

Un’attenzione fatta di piccoli gesti e di reciprocità. Come ha ricordato Chiara Frigerio, volontaria, “iniziamo il volontariato col desiderio di dare, ma in realtà è molto più quello che riceviamo.”

Le parole delle famiglie: fiducia e futuro

“In questi anni ci siamo misurati con vite spesso sull’orlo, sul limite, a volte oltre il limite”, mette in evidenza Laura Borghetto dando risalto a un concetto presente ogni giorno nelle vite delle persone che, in un modo o nell’altro, fanno parte di La Casa. Ed è in queste situazioni limiti che la fiducia diventa fondamentale. “Mai avrei voluto andare lì quel giorno, desideravo tutt’altra storia per la nostra famiglia. Ma confidavo che fosse il luogo giusto perché Luca fosse accolto, voluto e assistito come noi non saremmo riusciti a fare da soli.”, sostiene Riccardo, papà di Luca, che ha scelto la parola fiducia come filo conduttore del suo intervento.

Solo partendo dalla fiducia è possibile immaginare un futuro in cui La Casa di L’abilità possa continuare a essere uno spazio di vita e relazione, dove bambini, famiglie, operatori e volontari si incontrano e crescono insieme.

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