Donne e disabilità: una doppia discriminazione…

Secondo le NazioniUnite, 1 donna su 5 nel mondo ha una disabilità. In Europa, il 60% della popolazione complessiva di 100 milioni di persone con disabilità sono donne e ragazze. Secondo i dati dell’indice sull’uguaglianza di genere 2020 pubblicato dall’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere, il 22% delle donne con disabilità è a rischio di povertà e almeno il 6,7% delle donne con disabilità ha bisogni insoddisfatti dal punto di vista medico e sanitario.

Da una recente ricerca condotta dalla Fish sul tema delle violenze nei confronti delle donne con disabilità, circa il 63% del campione delle persone intervistate ha dichiarato di aver subito nel corso della propria vita almeno un abuso. Si va dalla violenza psicologica, riscontrata nella metà dei casi, a quella sessuale, che ha coinvolto circa una persona disabile su tre, tra quelle intervistate. E ancora: atti di violenza fisica ed economica che sono stati riscontrati in tantissimi altri casi.

Essere donna con disabilità vuol dire subire una doppia discriminazione.

La situazione si è fatta ancora più critica a causa della pandemia da COVID-19: gli sforzi che erano stati compiuti per l’uguaglianza di genere e l’emancipazione delle donne nella società sono stati messi a dura prova. La pandemia ha comportato violazioni dei diritti delle donne e delle ragazze con disabilità e delle donne che si prendono cura delle persone con disabilità.

In tale contesto, l’European Disability Forum (EDF), in occasione della Giornata Internazionale della donna, lo scorso 8 marzo, ha commemorato e reso omaggio a tutte le donne e ragazze con disabilità e le donne che si prendono cura di persone con disabilità vittime di COVID-19, coloro che hanno combattuto ferocemente per i loro diritti e le loro vite, e tutti coloro che ancora lavorano per rompere il soffitto di vetro per il diritto di vivere, guidare e lottare in un mondo in cui spesso viene detto loro di essere silenziosi e invisibili. Inoltre EDF continua a invitare l’UE ad adottare misure per promuovere i diritti delle donne e delle ragazze con disabilità in tutte le leggi e le politiche che influiscono sulle loro vite e di sostenere l’empowerment e la piena partecipazione delle donne e delle ragazze con disabilità, anche attraverso finanziamenti dedicati per sostenere la creazione di organizzazioni, reti e gruppi rappresentativi di donne e ragazze con disabilità e difendere i loro diritti.

Questo perchè attualmente, il 60% dei membri del Parlamento europeo sono uomini e solo un membro del Parlamento europeo è una donna con disabilità visibili. Il numero di donne membri del Parlamento europeo è aumentato nel 2019, rispetto al 2014. Ma 8 Stati membri hanno eletto un numero di donne inferiore nel 2019 rispetto al 2014, evidenziando un divario tra i paesi. L’appello all’UnioneEuropea è quello di  garantire la pari partecipazione di tutte le donne con disabilità alla vita politica e pubblica, compreso il diritto di voto ed essere elette a livello dell’UE e nazionale.

La strada da fare è ancora molta, siamo tutte e tutti in cammino.

 

Fonti:
Donne e disabilità, una discriminazione multipla, l’articolo di Fish Onlus
International Women’s Day, European Disabilitty Forum

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