Autismo: Il filo blu di l’abilità

All’inizio della storia di l’abilità, nel 1998, non avevamo in mente l’autismo. Il piccolo nucleo di famiglie e di operatori, che era all’epoca l’abilità, non aveva mail avuto a che fare con bambini con un disturbo dello spettro autistico. Abbiamo incontrato i primi bambini con autismo nel 2000, con il nostro primo progetto “Famiglie in gioco”. “Di quel periodo mi porto ancora dentro la frase di una mamma – racconta la nostra presidente Laura Borghetto – che dopo la diagnosi avuta per il suo bambino sul web aveva letto questa definizione: l’autismo è la più crudele delle patologie”.
Da allora sono passati venti anni e di bambini con disturbo dello spettro autistico ne abbiamo incontrati tanti. Abbiamo accolto e ascoltato le loro famiglie. E cercato le risposte ai bisogni dei bambini.
A oggi, dei 154 bambini accolti nei nostri servizi, più del 40% ha una diagnosi di autismo. Bambini a cui abbiamo dovuto dare risposte, creando nuovi servizi e rimodulando i servizi già esistenti.

Nel 2014 abbiamo attivato il servizio di Case Manager Autismo, finanziato dalla Regione Lombardia. Il case manager è un operatore che si prende in carico la gestione della famiglia del bambino, il suo obiettivo è individuare interventi terapeutici e assistenziali e stilare un progetto educativo analizzando bisogni e cercando risposte adatte.
In termini pratici questo può essere descritto in tre funzioni: orientare, informare e accompagnare. Il case manager, infatti, è una figura chiave che ha il compito di costruire una rete che metta in connessione tutte le realtà con cui il bambino nella sua vita quotidiana viene in contatto (scuola, oratorio, luoghi per il tempo libero e lo svago), affinché venga costruito un intervento per il miglioramento delle qualità della vita. Nel 2017 sono stati 56 i genitori accolti nel servizio di Case Manager.

Nel 2015 è nato Agenda Blu – Centro per i disturbi dello spettro autistico – che offre un intervento intensivo e precoce per i bambini dai 2 ai 6 anni, seguendo le linee guida della SINPIA (Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza). Nel 2017 sono stati 15 i bambini che hanno frequentato il nostro servizio.
Il modello di presa in carico prevede un intervento strutturato, basato sull’approfondita valutazione dei punti di forza e debolezza di ciascun bambino e su alcuni principi di carattere generale: l’organizzazione dell’ambiente fisico, la scansione precisa delle attività, la valorizzazione degli ausili visivi e la partecipazione della famiglia al programma di intervento. Ma il lavoro di Agenda Blu non si esaurisce a quello fatto sui i bambini. Coinvolgiamo il genitore nell’educazione del bambino nella vita quotidiana, proponiamo loro momenti di confronto e scambio reciproco, offriamo consulenza agli insegnanti affinche il lavoro fatto al Centro sia il più sinergico possibile.

Oltre alla presa in carico nei nostri centri, alle attività di divulgazione presso le scuole con insegnanti ed educatori, in questi anni abbiamo sviluppato partnership con importanti università italiane per approfondire e creare nuovi modelli di gioco, educazione e apprendimento per i bambini con disturbi dello spettro autistico. Abbiamo lavorato confrontandoci sul tema dell’autismo con altre realtà presenti sul territorio, abbiamo creato reti con l’obiettivo di metterci a servizio dei bisogni delle famiglie.
All’esigenze di bambini e famiglie in questi anni abbiamo sempre risposto con servizi innovativi che puntano a creare un miglioramento della qualità della vita del bambino stesso, ma anche della sua famiglia. Abbiamo cercato di creare una cultura diversa della disabilità.
Abbiamo creato consapevolezza.

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