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Per accedere a La casa di l’abilità si passa da un piccolo cancello, attraversando lo stesso varco si arriva nell’oratorio e nel giardino della Parrocchia del Preziosissimo Sangue.

La sede della comunità è un appartamento di 300 mq all’interno della Senavra, palazzo storico di Milano, con un passato antico nell’ambito dell’assistenza. Manicomio cittadino sotto gli Austriaci, l’antico palazzo seicentesco fu regalato dal Comune alla prima associazione femminile e laica nata in Italia per sostenere le mamme in difficoltà coi loro bambini.

Dal 2010, a seguito di una partnership con la Parrocchia, ospita La casa di l’abilità.

Don Mario Fumagalli, Parroco della Parrocchia del Preziosissimo Sangue, ci racconta come è nato questo progetto…

“Da tempo quell’appartamento libero in parrocchia mi diceva che occorreva metterci la testa e il cuore. Era stato abitato per 40 anni dal primo parroco, mi sembrava doveroso collocarci una struttura assistenziale. Avevo in mente un servizio che potesse essere educativo anche per i ragazzi che frequentano l’oratorio, che li mettesse davanti a problemi veri, in modo che la vicinanza potesse essere anche un’occasione di inclusione e di interazione.

Ho cercato su internet chi si occupava di bambini e disabilità. Ho trovato l’abilità. Non conoscevo questa associazione, ma questo nome mi risuonava nella testa perché qualche anno prima avevo battezzato un bambino che, sapevo, ora frequentava l’associazione e i genitori si erano molto rasserenati.

Ho contattato l’associazione e spiegato il mio progetto. Si parte. Quante difficoltà, quanti intoppi burocratici ci sono stati. Abbiamo fatto a pugni con la provvidenza per poter essere qui oggi ed aprire il servizio.
Abbiamo avuto tante difficoltà ma anche la forza per affrontarle. E il 4 ottobre del 2010 alla presenza dell’allora sindaco Moratti è stata inaugurata La casa di l’abilità.

Oggi è una struttura concreta, un servizio per i bambini e una risorsa per il quartiere e la collettività. Il grande beneficio è la presenza di questi bambini: uno stimolo e un coinvolgimento per tutti.

La casa è una “provocazione” per l’intero quartiere, prima di tutto per i bambini che frequentano l’oratorio. La cosa migliore di questa collaborazione è vedere come i bambini interagiscono tra di loro: il loro è un rapporto facile perché li vedono soltanto come degli altri bambini”.